COVID-19 e il futuro che ci attende

Come tutti, anche noi di Precious Plastic Salento siamo stati travolti dall’emergenza sanitaria legata al COVID-19. E come tutti, anche noi abbiamo dovuto farci i conti anzitutto come individui, con le conseguenze pratiche immediate sulla nostra vita quotidiana, gli effetti psicologici, gli interrogativi e le incertezze legate alle prospettive future. E poi ci abbiamo fatto i conti come associazione ecologista, che si è trovata a dover sospendere la costruzione delle macchine per il riciclo della plastica e le attività programmate per il lancio ufficiale del progetto.

Ci siamo chiesti poi come e se avremmo potuto proseguire con la comunicazione “social” in un momento così drammatico come quello che ancora stiamo vivendo. Abbiamo preferito prenderci una pausa, anche per documentarci e riflettere su quanto sta accadendo.

Coronavirus e lo sfruttamento intensivo

Arrivati a questo punto però ci preme dire chiaramente quello che pensiamo circa le motivazioni che hanno portato l’insorgenza del virus e la sua diffusione, e soprattutto su quello che dovrebbe insegnarci per non insistere su una strada fatale.

Numerosi studi scientifici hanno ribadito che questa pandemia è solo un’altra delle manifestazioni catastrofiche innescate dai cambiamenti climatici e ambientali, dovute alla pressione delle attività umane sugli ecosistemi. Nel caso specifico del COVID-19, parliamo dell’erosione degli habitat naturali degli animali selvatici per mano dell’uomo, per far spazio alle attività di sfruttamento intensivo. Il contatto stretto e la promiscuità di animali selvatici sradicati dai loro habitat con esseri umani in zone densamente abitate hanno consentito il salto di specie del virus che si è così introdotto nel corpo umano dando il via al contagio.

L’ ennesima dimostrazione che il nostro modello di produzione basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse e degli ecosistemi è insostenibile e prima o poi ci presenta il conto. Un conto che è salatissimo, sia dal punto di vista umanitario, che dal punto di vista economico.

Una lezione da imparare

E ora tutti ci chiediamo: come sarà il mondo dopo che questa pandemia sarà finita? Riprenderemo le nostre vite, un po’ storditi per i primi tempi, per poi dimenticare nel giro di qualche mese questo incubo senza pensare che qualcosa debba cambiare? O capiremo che questo è il punto di non ritorno e l’ultima occasione per cambiare tutto? 

Prima che succedesse tutto questo, i movimenti ecologisti internazionali hanno continuato a fare fatica a essere ascoltati sul serio: in moltissimi paesi che si professano progrediti e democratici hanno trovato un muro negazionista, in altri una pacifica manifestazione per il clima valeva l’arresto, in Europa si proclama un Green Deal che però risulta del tutto insufficiente e non in linea con con le misure minime necessarie indicate dalla scienza.

Il futuro che vogliamo

Se prima potevamo pensare che gli obiettivi che come piccola associazione locale ci eravamo posti potessero essere troppo ambiziosi, ora siamo ancora più convinti che dobbiamo perseguirli con tutta la determinazione possibile, coinvolgere quante più persone possibile, e diffondere le buone pratiche della sostenibilità: economie circolari (ridurre, riuso, riciclo) e di piccola scala, comunità che producono in maniera etica ciò di cui hanno bisogno e in cui lo sfruttamento animale sia bandito, consumo responsabile che predilige i prodotti locali, e il tutto ovviamente plastic-free!

Noi non vogliamo che tutto torni come prima. Vogliamo che tutto cambi perché tutti possano avere un futuro dignitoso in armonia col pianeta.

Speriamo di poterci abbracciare presto!

Redazione Mobius Circle
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